
da "Il Libro Liberato"

Da qui in poi, speranza.
Mi manca il respiro,
da qui in poi, speranza.
Se la strada non c'è,
la costruisco mentre procedo.
Da qui in poi, storia.
Storia non come passato, ma come tutto ciò che è.
da "Songs for Tomorrow"

Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a·cquelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.
Canticus creaturarum

C'è un corpo in poltiglia
con crespe di faccia, affiorante
sul lezzo dell'aria sbranata.
Frode la terra.
Forsennato non piango:
affar di chi può, e del fango.
Però se ritorni
tu, uomo, di guerra
a chi ignora non dire;
non dire la cosa, ove l'uomo
e la vita si intendono ancora.
Ma afferra la donna
una notte, dopo un gorgo di baci,
se tornare potrai;
soffiale che nulla del mondo
redimerà ciò che è perso
di noi, i putrefatti di qui;
stringile il cuore a strozzarla:
e se t'ama, lo capirai nella vita
più tardi, o giammai.
"Voce di vedetta morta"
da fosse comuni
additano stelle avverse
da "Alle radici del dolore"

Non ci amareggia del tutto se il vicino
si fa un infarto per la lite in corso
ma con la guerra l'animo è diverso.
se non si è proprio là dove c'è il fatto
si è almeno in tanti contro gli oppressori,
lui garibaldi ci sarebbe andato
ma io se parto chi mi innaffia i fiori.
"La pace"


A mille versano lacrime
le stelle
spegnendosi ad una ad una
per non vedere.
Gli occhi questa notte sono torrenti in secca
bruciano dello stesso fuoco delle case
dello stesso terrore.
Non più voci né suoni
in Sant’Anna di Stazzema
il vento soltanto
miete a mannelli le parole dei testimoni.
da “Mai più "
Era cenere la terra oltre i bastioni,
chiusa la fuga per terra e per acqua.
Si moltiplicò il male,
il drago che divorava le interiora:
le serpi nuotarono nella pece
disegnando cerchi sulla superficie.
da "La caduta di Bisanzio"

Ho stretto in pugno quel foglio di giornale:
Pinochet è morto, Stalin è morto
ancora quando quei giovani alzano
la mano stesa come spada
sulla mummia del tiranno.
Ricordo allora quella giovinezza cilena
su cui piombò la violenza di quella mano:
Dio canta sempre di più su quelle morti,
e cantano anch'esse libere e vive.
Ma il tiranno è pianto, glorificato
come l'eroe che ha steso un cielo rosso
sulla città, sui prati poveri, sulle
lacrime di tutti: la follia umana
inventa stragi e rapide assoluzioni
in coloro che vedono la vita
come straccio da scartare.
Tu non odi nessun salmo funebre
quando così viene sepolta un'epoca:
il cardo, l'ortica, e non lumi di preghiera,
lavorano la terra di questi tiranni.
E fa silenzio, mio Dio, questa terra
esausta di violenze e di stermini,
silenzio dove cammina il tempo
in cerca d'infinito e la luna
si offusca tra le nuvole come il
pendolo spezzato dal grido.
Ecco, così il silenzio passa
sulle città del mondo ove i tiranni
cadono, uno dopo l'altro, come pietre
sull'acqua dello stagno innanzi casa:
e i morti cantano in versi bruciati.
da "Diario di preghiere. Poesie"

E' storia è cronaca; ironia.
Il corpo della carne non più mia.
La morta vita che ricerca ancora.
E lo scongiuro che morte scongiura.
Il piacere di tessere il futuro.
E come uscire evadere dal muro.
Che pesa sulle spalle che reprime
ogni messaggio ogni preghiera pia.
E come un amo, un suono nell'abisso
ed aspettare che ritorni l'eco
(foglio bianco che tiene compagnia).
E fede. E’ la speranza. Carità.
O solo un grafico, una registrazione
un segno di diffusa malattia.
E’ solo amore, amore come Dio.
da "Mille scuse per esistere"




Cammineremo.
Cammineremo soltanto.
Sarà piacevole camminare insieme.
Senza pensare di arrivare da qualche parte.
Cammina in pace.
Cammina nella gioia.
Poi impariamo
che non c'è un cammino di pace;
camminare è la pace;
non c'è un cammino di gioia;
camminare è la gioia.
Noi camminiamo per ognuno
sempre mano nella mano.
Cammina e tocca la pace di ogni istante.
Cammina e tocca la gioia di ogni istante.
Ogni passo è una fresca brezza.
Ogni passo fa sbocciare un fiore sotto i nostri piedi.
Imprimi sulla terra il tuo amore e la tua gioia.
La terra sarà al sicuro
se c'è sicurezza in noi.

dove vivono i più poveri,
i più umili, i perduti.


a spaventarci di più.

Era
il giorno e l'ora della signoria.
Quando i giganti tacevano tutti
ed un piccolo dito comandava
con amata perfetta onnipotenza.
Era quando l'amore lo creava,
e d'essere minuscolo (neppure)
temeva o ricordava. Ed anzi Era.

"Le ali lacerate del giorno"
