Non essendo io certo un eroe, ma un cantante sì, ho accettato il compito – sempre un po’ gravoso – di esprimere una graduatoria, in ragione del fatto che quei valori che animano l’iniziativa che oggi festeggiate, sono i medesimi che nutrono la mia coscienza, quotidianamente.
Penso che quest’avventura didattica e creativa vi abbia portato a comprendere ancor più chiaramente come ci siano mille maniere diverse per essere persone di grande valore, senza essere famosi.
La notorietà, la fama, di per sé non è affatto un valore... Anzi, ai fini dell’acquisizione di un vero e proprio spessore umano, credo rappresenti persino un ostacolo. Perché in quella condizione è più facile perdere il contatto con la realtà, e senza tenere i piedi saldamente a terra, si rischia di perdersi...
C’è poi una parola chiave, che motiva questa manifestazione: l’Esempio. Gli eroi che avete cantato sono tutti, ciascuno a modo proprio, uno straordinario esempio, un modello che può donare ispirazione e fiducia nei propri sogni, ed è essenziale che in questi anni di formazione veniate in contatto con storie così belle e così intense, poiché alla vostra età, più facilmente, un incontro può davvero cambiare il corso della vita.
Nella mia esperienza di padre, cerco di trasmettere ai miei figli dei valori, più che con le parole, attraverso l’esempio. Ma anche nella mia esperienza di uomo di fede, ritengo che ciò che conta sia l’esempio, sia proporsi come esempio positivo... La testimonianza più dirompente che un credente possa offrire ai propri simili è la coerenza, è un comportamento in linea coi propri principi, è – appunto – “dare il buon esempio”. Di là da ogni dottrina religiosa, bisognerebbe che ognuno diventasse “prossimo” a tutti gli effetti, che si offrisse in dono al mondo, con coerenza e generosità. È l’unica via per esprimere in modo costruttivo le proprie opinioni.
Dopo questa premessa cui tengo non poco, entro nello specifico di quanto abbiamo inteso, cioè i vostri lavori. Siccome capofamiglia, mi faccio portavoce di quella “giuria speciale” di cui parla il regolamento del premio: una commissione composta, oltre che dal sottoscritto, dai miei due figli “grandi”, Amos e Matteo (in questo caso dunque, affermare che “giochiamo in casa” non è solo un eufemismo!).
Vorrei innanzitutto complimentarmi sentitamente, per l’ottimo lavoro realizzato, con tutte e tre le istituzioni scolastiche: con tutti gli studenti impegnati nel progetto, unitamente ai loro docenti.
Ogni scuola ha scelto una propria strada espressiva: la Scuola Elementare “Enrico Toti” ha ripreso la linea melodica di una canzone e l’ha trasformata in un canto che racconta in rima la vita di Athos Mazzanti; la Scuola Elementare “Santa Caterina” ha puntato – in linea con l’avventura esistenziale dell’“eroina” Maria Rosa Tarquini – su un progetto più etnico, che ha coinvolto i bimbi anche nel sostegno ritmico ed anche in una coreografia. Infine, i giovani interpreti dell’Istituto “Luigi Capuana” hanno optato per un canto originale, sostenuto da un complesso strumentale più elaborato, descrivendo l’esistenza di Anna Melilli.
La mia valutazione più sincera sarebbe un “bravo” pari merito, un “bravo” convinto ed appassionato, per tutti e tre i canti. Ma dato che è una graduatoria ciò che mi si chiede di produrre, ho radunato i ragazzi di famiglia e siamo giunti ad una pur sofferta classifica... Ribadendo come la decisione sia stata difficile, causa la qualità omogenea e rimarchevole dei tre lavori, considerando ciascun progetto nel suo insieme abbiamo pensato di porre come prima classificata della nostra giuria casalinga, la Scuola Elementare “Santa Caterina”. A seguire, l’istituto “Luigi Capuana”, ed infine la Scuola elementare “Enrico Toti”.
Per chiudere, un saluto e una riflessione, dal profondo del cuore: i concorsi sono sempre un po’ come le lotterie, si perdono o si vincono, e ciò ha assai poca importanza. Mentre se avete fatto tesoro delle storie che voi stessi avete cantato o che avete ascoltato dai vostri compagni di altre scuole, da questa esperienza ne uscite senz’ombra di dubbio tutti vincenti. Se poi vorrete applicare, nella vita quotidiana, i valori che hanno mosso queste straordinarie vite che avete avvicinato, allora siete già quasi dei piccoli eroi.
Andrea Bocelli
La Fondazione il Fiore
ricorda
Maria Grazia Beverini Del Santo
presidente per sette anni
e recentemente scomparsa.
Indimenticabili
il suo entusiasmo per la poesia
la sua gioia di fronte all'espressione artistica
la sua appassionata regia di tante manifestazioni
la sua creatività, gentilezza, ospitalità.
http://blog.quotidiano.net/marchi/2012/08/08/i-limoni-di-montale-con-una-dedica/
La Fondazione il Fiore augura agli Amici Buone Feste
con i versi che Alberto Caramella
dedicò a Maria Grazia Beverini Del Santo,
compianta presidente della Fondazione il Fiore,
recentemente scomparsa.
Il Natale sostenga il passerotto a librarsi nel cielo con i nostri sogni.
Mezz’etto, un ciuffo di passero a sera
ho visto un passero salire a campanile
ratto e leggero e in atterraggio morbido
tornare a picco a riprendere terra
pinnacolo e cuspide
della sua bravura:
del suo dominio in aria in ferma e vuota
tant’era inconsistente.
Alberto a Grazia
16 giugno 2006
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